i 35 anni di un critico d'arte - Roberto Sottile si racconta
Trentacinque anni il prossimo diciotto dicembre, Roberto Sottile è un giovanissimo e dinamico critico d’arte e curatore impegnato non solo in Calabria ma anche con importanti progetti e collaborazioni in tutta Italia. Lo abbiamo incontrato è fatto alcune domande su questo 2017 ormai agli sgoccioli. Parlando di progetti futuri e facendo un punto della situazione sull’arte contemporanea in Calabria.
Che 2017 è stato per l’arte contemporanea in Calabria? È stato sicuramente un anno in crescita dove si è potuto programmare e sperimentare molto, offrire tanti momenti di qualità che fanno bene alla nostra terra che anno dopo anno diventa, grazie anche alla presenza di operatori culturali capaci, sempre più competitiva all’interno del sistema dell’arte. Qualche esempio? Mi riferisco alla programmazione del MARCA di Catanzaro che grazie alla fondazione Rocco Guglielmo ha realizzato in poco tempo un cartellone di mostre di notevole spessore come quella di Raffaele Montepaone, Gianfranco Meggiato, Turi Simeti, Pino Pinelli, Giosetta Fioroni solo per citarne alcune. E poi ancora i BOCS Art le residenze artistiche internazionali curate da Alberto Dambruoso a Cosenza che ha ospitato centinaia di artisti di talento provenienti da tutta Italia e non solo. E poi c’è anche il Museo del Presente di Rende dove sei di casa… Il Museo del Presente è un luogo a cui sono molto legato perché ho iniziato la mia attività di critico d’arte in questo museo. Oggi a mio avviso, il Museo del Presente ha vinto una grande sfida, riuscire ad affermarsi come luogo capace di programmare e sperimentare nuovi linguaggi. Da luogo contenitore a luogo di contenuti che vengono pensati e cuciti addosso al Museo. Un Museo che si apre al territorio alle esperienze artistiche di qualità. Il lavoro svolto dall’amministrazione comunale di Rende dal Sindaco Marcello Manna e dall’Assessora Marta Petrusewicz va in questa direzione. Ed è un percorso che condivido. Il Museo del Presente ti ha visto protagonista diverse volte in questo 2017 Dalla mostra Login di Camera 237 duo composto da Angelo Gallo e Lucrezia Siniscalchi, alla collettiva concorso Geni Comuni, alla rassegna Donna, alla mostra dei gioielli d’artista Valeria Cataudella. Sono tornato spesso in questo anno al Museo del Presente con mostre diverse, progetti complessi, che spiegano meglio l’anima del Museo del Presente. Un luogo di sperimentazione che ha offerto la possibilità di venire incontro al grande pubblico che frequenta il museo. Perché i numeri del Museo del Presente in tutte le iniziative, non solo quelle curate dal sottoscritto, sono numeri importanti di migliaia di visitatori. La parola sperimentazione caratterizza anche il tuo percorso professionale. Mi piace sperimentare perché ho la possibilità di collaborare con artisti che non hanno paura di sperimentare, di mettersi in gioco, di capire che la strada dell’arte contemporanea è una strada che deve assolutamente essere percorsa con la capacità di avere una visione. E tu hai una visione? Ogni volta che viaggio, soprattutto le volte che viaggio in Italia ma anche all’estero, il mio desiderio e che la mia terra possa essere sempre più terreno fertile di una sperimentazione artistica che oggi parla un linguaggio nuovo. L’arte non è solo ricerca del passato, ma anche capacità di saper raccontare le nuove esperienze. Chi ha viaggiato in città come Londra, Parigi, Berlino, o visitato l’Europa dell’Est, delle grandi capitali come Riga, Praga sa di cosa parlo. Ecco perché continuo a sperimentare, produrre e proporre nel mio piccolo una programmazione che va in questa direzione. L’idea stessa di museo si è evoluta. Il Museo diventa un nuovo spazio, e spazi nuovi adibiti originariamente ad altre attività diventano centrali in questa ricerca. E parlo anche di spazi aperti. A proposito di spazi nuovi. Il 2017 nasce il MABOS Museo d’arte del Bosco della Sila di cui sei il direttore. Il MABOS è un esempio perfetto di cosa per me significhi sperimentare in luoghi nuovi per l’arte contemporanea. Una serra convertita in zona laboratorio ed espositivo, cinquantamila metri di bosco a disposizione degli artisti ospitati in diverse case nel bosco che sono state recuperate. Un progetto innovativo per la Calabria e non solo che nasce grazie all’imprenditore Mario Talarico che è stato capace di condividere questa mia “visione”. Hai sperimentato anche con l’artista Giuseppe Lo Schiavo. “Poli Inversi” il nome che vi siete dati per realizzare un lavoro acquiitp dalla Galleria Nazionale di Cosenza. Che progetto è stato? Un progetto in cui mi sono divertito molto. Poli Inversi questo il nome che con Giuseppe abbiamo scelto, racconta dell’idea bizzarra di un critico d’arte e di un artista fotografo di scambiarsi i ruoli, nell’atto creativo. Per elaborare a quattro mani non solo l’opera d’arte, ma sempre insieme anche elaborare tutto il percorso critico dell’opera “PassivoAttivo” costruita attorno all’opera Cristo alla colonna di Luca Giordano. Un linguaggio figurativo dell’arte moderna che dialoga e si fonde con l’arte contemporanea ed il suo pensiero concettuale costruito attorno alla straordinaria produzione e ricerca di Giuseppe. Non solo Calabria in questo 2017 ma anche diverse esperienze fuori regione. Ci racconti qualcosa? Mi piace ricordare la mostra presso Villa Burba a Rho, sulla Recovery Art con gli artisti Pietro Villa ed Hector&Hector mostra curata da Cristina Palmieri su progetto della Spirale d’Idee di Milano dove ho dato un mio contributo critico nel catalogo della mostra. La bellissima mostra di Gianluca Sità “Le forme del Silenzio” presso il Museo della città e del territorio in Palazzo Eroli a Narni (Terni) un dialogo serrato tra le opere di questo artista e i capolavori di Gozzoli e del Ghirlandaio. La mostra di Salvatore Cammilleri a Roma “Prove tecniche di Concept” un percorso che si intreccia tra performance, pittura, scultura. Sempre a Roma l’inizio del progetto “INSIGHT” nello studio dell’artista Massimiliano Ferragina ma che spero possa continuare in altri studi d’artista. Che programmi per questo 2018 che segnerà anche dieci anni della tua attività. I programmi in cantiere sono tanti con gli artisti Fabio Nicotera, Giuseppe Lo Schiavo, Angelo Gallo, Giuliano Macca. E poi ancora un progetto molto innovativo che sta prendendo forma con gli storici dell’arte del corso di laurea magistrale in storia dell’arte dell’università della Calabria. E tante altre cose, compreso il mio primo libro dove racconterò dieci anni di impegno, attraverso quattro storie, quattro progetti che ho realizzato in questi anni. E altri progetti molto importanti con la Galleria Spirale d’Idee di Milano di cui ancora non posso dire nulla. Dieci anni sono tanti. A chi vuoi dire grazie? A me stesso, cosa che non ho mai fatto. Perché tutte le mattine trovo le giuste motivazioni per continuare con più impegno e forza di prima. E poi a chi non mi ha mai chiesto nulla. A chi ha capito che la cultura quella con la C maiuscola parla un linguaggio universale che significa crescita. Oggi faccio il mio lavoro con interlocutori del genere, con artisti che quotidianamente si impegnano. Con Sindaci ed Assessori che incontro in tutta Italia non solo in Calabria, che nonostante le mille difficoltà ed emergenze credono nel ruolo fondamentale della cultura.
- La Provincia di Cosenza - 13 dicembre 2017 -