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NELLO GALLO - L'UOMO SI E' ESTINTO a cura di Roberto Sottile


Non bisogna sempre a tutti i costi riuscire a vedere per comprendere.

A volte bisogna fidarsi.

Aspettare che arrivi il tempo giusto.

Che le idee diventino più chiare, che i desideri conquistino forma colore e spazio.

Bisogna pazientare e godere del silenzio della nostra percezione.

“L’uomo si è estinto” ci racconta Nello Gallo e ci accompagna in questo viaggio che diventa il racconto quasi intimistico di una ricerca, in apparenza fiabesca ed immaginaria, di un domani che l’uomo non riesce a percepire compiutamente perché la sua presenza è ritornata marginale.

Il tempo diventa la regola del viaggio della buona sorte, alla scoperta di un mondo nuovo che forse ancora ci potrà appartenere, ma che, invano, tenta di metterci in guardia. Se il tempo che ci circonda, che regola la nostra presenza è infinito perché fa parte di un tempo al di fuori del nostro mondo, che valore assume la nostra esistenza e il nostro “finito” tempo?

È questa la domanda di questo viaggio…infinite le risposte.

Le immagini che scorrono ci propongono percezioni di una realtà, di un tempo vissuto che viene catturato in questa visione senza alterazioni in post produzione e ci viene restituito dalla prospettiva “dell’altro”, di una specie diversa, che riuscirà, forse, a dominare e governare nuovamente il nostro mondo. Sono immagini volutamente sfocate per sottolineare l’indefinitezza di un domani, di un destino che incombe ma che potrebbe essere rilegato nell’angolo delle favole e dell’impossibile.

Su questa idea, su questa riflessione, ogni scatto fotografico ci propone l’immensità di un creato vissuto con gli occhi dello stupore e dell’attenzione di chi si trova per la prima volta a confrontarsi con chi e con cosa non conosce.

Sono immagini che diventano un ritratto contemporaneo della società del caos che si mescola con una natura che ritorna protagonista.

Timidamente quella natura riconquista lo spazio a discapito di un tempo indefinito che ancora non consente di assaporare i dettagli di questa nuova identità.

Nello Gallo ci invita ad affacciarci sul mondo; un mondo nuovo che è il risultato di una nuova era senza l’umanità che non è riuscita per egoismo a proteggersi.

Sono fotografie vigorose ma nello stesso tempo cariche di un significato nostalgico avvolto in quello sfumato che rende anche visivamente l'area rarefatta. È il racconto di uno sbarco, dell’approdo e della ricerca della speranza e della libertà. Scatti che ci appaiono indefiniti nella struttura dell’immagine ma realizzati con estrema sintesi e cura dei dettagli (indefiniti), che ci restituiscono quell’ indipendenza, quella emancipazione della fotografia della regole di manuale, a favore di quella sintonia che Nello Gallo è riuscito a conquistare e catturare nei suoi scatti.

Architetture, spazi urbani, frammenti industriali ed elementi naturali diventano gli “aggettivi” di questo racconto vero e disincantato. Sono fotografie prive di una iconografia “classica”, così come siamo stati educati a concepirla, che prendono forma e si configurano partendo dalla forza dell’idea che le ha generate. Ciò che è noto diventa ignoto. Ciò che è indefinito si rigenera in nuove forme astratte dal sapore surreale a tratti malinconiche. Non vi è tregua in questo racconto, ma tutto scorre lentamente poiché tutti siamo alla ricerca di quella valida ragione, di quella seconda volta per poterci riconnettere con il nostro universo e con la nostra coscienza.

C’è impotenza e sgomento. Voglia di intervenire ma non riuscire a capire come. Sono immagini che appaiono ferme ma in realtà fremono di energia.

Sono fotografie che accendono sentimenti che assorbono una quotidianità per restituircela da un diverso punto di vista. Siamo noi a dover vestire i panni dell’alieno, ad osservare ciò che le nostre incertezze hanno prodotto.

Nello Gallo si diverte con rispetto a catturare ciò che agli occhi di chi è insensibile non appare, restituendocelo con dignità. Il risultato sono frantumi e schegge di una nuova “ragione” che rinasce da ciò che è stato cancellato. L’invito è quello dell’impegno, del rispetto delle verità, e la presa di coscienza di far parte di un sistema che la nostra esistenza sta distruggendo.

Veniamo così rubati dal nostro mondo per essere catapultati ad osservare il tempo dell’attesa della scoperta. Un nuovo “Eden” pagano dove di Dio non vi è traccia, ma da dove nasce quell’intesa perfetta tra la natura e quell’IO che costituisce la nostra vera essenza, che troppo spesso abbiamo nascosto, rinnegato e fatto tacere.


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