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ANTONELLO VIOLA – L’incontro. Ritmo! Energia!


C’è attesa, fragilità dei singoli elementi, ma forza d’insieme! Osservazione e indagine dell’armonia della luce e del rapporto con il buio. Antonello Viola comunica con i suoi lavori un percorso articolato, costruito con uno studio che diventa quasi ricognizione-verifica, di un linguaggio artistico compiuto con grande eleganza e accuratezza che all’apparenza si mostra sfavorevole, ma basta osservare con più attenzione per capire che le sue opere sono l’esito dell’impegno, dell’applicazione e della considerazione di regole che filtra con il pensiero e le mani dell’artista.

Cattura il colore e lo sparge nello spazio riuscendo a strappare, come fosse pelle, la pittura, l’immagine in eccesso per ridurla all’essenziale. Con la sua arte ci racconta una storia, dove la forma lascia lo spazio alla forza dell’immagine che viene smembrata, celata, quasi taciuta ma non dimenticata. Olio, matita, carta, oro, vetro, elementi così diversi che occupano lo superficie finita dell’opera, riuscendo a convincere, lo spettatore, che da un momento all’altro quel colore continui a diffondersi, che quel vetro possa proteggere, che quell’immagine possa manifestarsi, dichiarare la propria appartenenza a quella realtà che Antonello Viola ci restituisce nel suo personalissimo percorso artistico.

Non c’è soluzione (visiva) di continuità pittorica, il colore riemerge e rifonde nello spazio quadrato, l’oro utilizzato diventa quasi una scoperta, una traccia da seguire, un territorio prezioso temprato, creata ad arte, ma capace di rievocare quell’attesa “fuori tempo”. Sono sentieri da percorrere, da ricostruire, in cui sono tracciate le tante storie che Antonello Viola rievoca e le celebra con una creatività artistica che è anche ricerca e studio degli elementi visivi, ma anche tattili, percepibili dalla stratificazione delle foglie d’oro, dall’utilizzo del colore nelle sue diverse tonalità e consistenza, nell’utilizzo della carta intelata e della carta giapponese.

È un cammino paziente, realizzato grazie a continue conquiste: tra queste, la più importante, la costruzione dell’immagine che avviene attraverso la sottrazione della luce (nelle opere dalle tonalità più buie, dove la luce è rilegata quasi ai margini, oppure fuoriesce con una fatica misurata da frammenti lasciati nudi) e dall’annullamento del buio (con l’utilizzo dell’oro, del vetro, e di gradazioni pittoriche cariche di luce che si rifrangono nella superfice e trattengono tutta la potenza di un segno pittorico gradevole). Presenza e assenza, sottrazione e integrazione, ordine e struttura, i periodi che interagiscono nei moduli quadrati e rettangolari (che spesso si ripetono nella stessa opera come confine esterno e segno creativo all’interno) sono diversi, e tutti concorrono per raggiungere il risultato di un racconto capace di trasmettere una moderna concezione percettiva dell’immagine.

Una dimensione concettuale, attuale, che diventa informazione, grazie alle capacità tecniche, ma anche narrazione visiva grazie alle capacità e alla qualità artistica. La relazione-rapporto tra gli elementi utilizzati diventa condizione vincolante da cui partire per comprendere meglio il dialogo visivo costruito partendo dai margini, immersi nel ritmo pittorico misurato con estrema sintesi, per raggiungere il punto di “principio” dove avviene lo scontro tra la materia (elemento) e l’idea (fantasia) che diventa concretezza mediante il sincronismo finito/non finito, degli spazi d’azione, scanditi dal gesto di Antonello Viola che lavora toccando e segnando la superficie come fosse un corpo nudo, vivo! con le sue cicatrici, le sue pieghe, i suoi graffi, la sua rugosità, la sua bellezza sul quale leggere quelle tante storie costruite con vocazione.

Antonello Viola arriva ad una rara intesa, accende nella sua arte un desiderio complice, primitivo e moderno allo stesso tempo! Una volta incontrata e vissuta la sua arte, verrebbe voglia di restare prigioniero di quei fremiti e vorresti non smettere più…

Biografia:

Antonello Viola (Roma, 1966) si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1989. In Spagna, consegue un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università de La Laguna. Diverse sono le mostre personali, tra le più significative: nel 2013 “Aperto con fine” presso la Galleria Il Segno (Roma) a cura di Guglielmo Gigliotti; nel 2010 “Monocromalia” a cura di Silvia Latardi, presso la Galleria Goethe, (Bolzano); a Francoforte nel 2007 presso Carloni Spazio Arte e galleria Peter Bauscke; nel 2005 “Rosso e Viola” presso la Galleria L’Affiche, (Milano) catalogo a cura di Lorenzo Canova con un contributo critico di Martina Cavallarin; nel 2001 a Vienna presso la Galleria Image e l’Istituto di Cultura Italiano, catalogo a cura di Alessandra Melandri e Sergio Vanni; nel 2002 presso Magnet Gallery di New York. Partecipa a diverse collettive, tra le più importanti: nel 2012, “Fragile per sempre” a cura di Claudio Libero Pisano, Palazzo Incontro, (Roma); nel 2010 “Segni di/versi” a cura di Lea Mattarella presso la Galleria Il segno, (Roma); Nel 2009, Experimenta. Collezione Farnesina presso il Ministero degli Affari Esteri, Roma a cura di M. Calvesi, M. Meneguzzo, M.Vescovo, L. Canova.

Roberto Sottile

Critico d’Arte


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