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ALESSANDRO LATO “Ars – Physis – Nomos”


Alessandro Lato nasce a Cosenza nel 1975. Vive e lavora a Rende (CS). All’età di 16 anni inizia a frequentare gallerie e musei ed a collezionare opere di artisti della pittura italiana: da Emilo Greco, Luigi Montanarini a Emilio Tadini, Aldo Turchiaro, Giuseppe Chiari, Luigi Magli e Francomà la collezione di Lato, raccoglie un nutrito e significativo gruppo di opere d’arte. Vive per alcuni anni a Roma, Firenze e Sicilia dove entra in contatto con diversi artisti che influenzano la sua tecnica e il suo stile cresciuto e formatosi da autodidatta. Nel 2007 espone presso il Museo Civico di Altomonte; il 2009 Enzo Le Pera lo vuole nella mostra delle “Nuove Proposte” presso la Galleria “Il Triangolo” di Cosenza. L’anno successivo partecipa al “Premio Internazionale “Limen Arte” a Vibo Valentia; del 2011 è la personale dal titolo “Natura Mea” presso il Museo del Presente di Rende, dove Lato ritornerà nella collettiva dello stesso anno, “Punto Critico, Giovani Critici e Giovani Artisti”. Nel 2012 espone presso la Galleria “Il Cubo” di Crotone.

Nei lavori di Alessandro Lato, lo spazio dell’opera diventa quasi infinito, e il tempo, l’istante che viene raccontato diventa magico, incantato. Paesaggi appena accennati, dettagli di una natura che riscopriamo “madre” che colloquiano con il nostro ego, si perdono nei sospiri di una ricerca intima e personale, che l’artista riesce a suggerire. I lavori di Alessandro Lato, ci restituiscono quella spontaneità e spigliatezza priva di un nozionismo, spesso dannoso all’arte che doma la creatività artistica. In punta di piedi ci accompagna, nei suoi lavori, in un “dolce capire” di un creato prodigo, indaffarato e mai dissipatore.

Il colore abbondante, dato con generosità è il carattere, il segno vincente dello stile e della regola di Alessandro Lato. Dai colori più vivaci e dinamici a quelli più “inerti” e “pigri”, l’artista riesce a trasportare con sé quella immediatezza capace di rivelare un racconto, una fiaba, senza dimenticare però di portarsi dietro un pizzico di verità. La natura sembra riprodursi in quella mistura di colori che Alessandro conosce bene, e distribuisce sulla superficie pittorica che diventa quasi malleabile. Allo spettatore è concesso l’istante dell’attesa, dell’aspettativa del sentimento, della ricerca dell’emozione artistica che i luoghi di quella natura vivace ci suggerisce con quiete.

La natura viene utilizzata per inseguire l’istinto di una sopravvivenza intima, interiore, che Lato ci restituisce conciliando spazio e tempo, colore e materia. Le forme di quella creazione a noi conosciute si spezzano e mescolano in un paesaggio che diventa teatro, dove persino l’aria diviene protagonista e si tinge di colore. In questo cosmo, che ci viene fatto vedere dall’artista, recuperiamo la memoria della poesia, il ricordo della nostra infanzia, dove, osservare il mondo – che si apriva dalla nostra finestra - dal fondo di un bicchiere colorato era il risultato di una magia.

Roberto Sottile

Critico D’arte


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