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FRANCO FLACCAVENTO "Ghènesis" La celebrazione della materia e l'impegno della ricerca


Franco Flaccavento, nasce a Comiso, cittadina della provincia di Ragusa nel 1945, vive e lavora a Cosenza. Il suo percorso e impegno artistico ha attraversato la neo e postavanguardia. Nel 1977 è fra i promotori del “Gruppo Arte Insieme” che vuole conciliare sperimentazione artistica e impegno politico. Nel 1981 è presente a “Silarte - 5 anni di ricerca formale in Calabria”, presso l’Abbazia Florense a San Giovanni in Fiore (CS). Nel 1985, realizza l’allestimento dal titolo “La stanza del Big Bang”, presso il Chiostro di Santa Chiara a Cosenza, confermando così l’apertura interdisciplinare al suo percorso creativo già sperimentato nel 1983 con “Quadri per una esposizione”, presso il teatro Comunale Rendano di Cosenza. Presso L’Università della Calabria, Flaccavento, si cimenta nell’installazione dal titolo “Lembi Pitagorici”. Del 1999 sono la mostra “Il Lume della Luna”, Pinacoteca d’Arte Moderna, Dipignano (CS) e nello stesso anno è invitato dal governo di Toronto (Canada), dove espone, al Columbus Center e alla Gallery 7, il ciclo pittorico “Il canto della perla e delle città” e l’anno successivo espone presso la Galleria d’arte il Triangolo a Cosenza nella mostra “D’amore e di mare”. Dal 2004, una sua opera fa parte della collezione del MAON Museo d’Arte dell’Otto e Novecento di Rende, diretto dal critico d’arte Tonino Sicoli. Nel 2005 partecipa a “Mediterraneo d’Arte”, presso l’Archivio Centrale dello Stato, EUR Roma. Nel 2011 è presente nella mostra “La Formazione dell’Uno - 150 artisti per l’ Unità d’Italia”, presso la Galleria Nazionale di Cosenza. Nel 2012 è tra gli artisti invitati alla 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia a Torino. La produzione artistica di Flaccavento si colloca tra una riflessione contemporanea attuale e l’anamnesi di un risveglio delle origini della memoria. Questa riflessione sensibile dei linguaggi dell’arte di Flaccavento come scrive anche Tonino Sicoli “compie il suo rito di rigenerazione esplorando l’origine della forma fin dentro il mistero della natura organica. Come da uno scrigno genetico dischiude nuove forme apparentemente insignificanti, ma allusive di una realtà interiore alla ricerca di consapevolezza.” Flaccavento non cancella la memoria, ma indaga la materia mescolandola nelle varie rotte delle esperienze interdisciplinari a cui guarda con interesse. Quella mescola di valori artistici si concretizza nelle opere di Flaccavento in un racconto così vero, privo di finzione, così sincero che rischia di non piacere se non si è capaci di raccogliere il dubbio di una enigmaticità, giustificata dall’assedio creativo di un artista, che mette in salvo il senso morale di un passato e di un presente. Creare per conoscersi è questo il coraggio di Flaccavento che nei suoi lavori insegue quell’rispetto per l’arte, a discapito dell'insostenibile arroganza del consumo dell’arte stessa. I suoi lavori sono il risultato, ma non la conclusione, di un percorso che mette insieme le ragioni della prestazione artistica come atto creativo e la misura, la riflessione delle forme della materia. È l’eterna sfida che si compie, dove per capire bisogna lasciarsi guidare nelle memorie del tempo della storia che ci viene raccontato, e la rigenerazione e trasfigurazione della forma che viene al mondo dal desiderio - che diventa a tratti nostalgia e fantasia - e dalla consapevolezza che la materia si manifesta e rivela non per caso, ma è il prodotto consapevole, tramato dalla sensibilità dell’artista.

- articolo pubblicato su "Doppia Corsia" n°23 anno 2013 Marzo-Aprile -

Dott. Roberto Sottile

Critico d’Arte


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