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LE FABULE DI FRANCOMA' PITTORE


Nato a Rende nel 1945 Francomà fa parte di quella generazione di artisti post-meridionali, cioè che operano e vivono nel Sud per scelta senza complessi di inferiorità e inadeguatezza nei confronti di altri artisti. Proveniente da una famiglia di artisti, Francomà vive ed opera a San Lucido sul Tirreno Cosentino. Il rapporto con il mare, con il paesaggio naturale e la presenza dell’uomo influenza notevolmente la sua produzione contraddistinta da diverse esperienze. Negli anni Settanta l’attenzione verso Picasso e Matisse e il confronto con le avanguardie storiche contraddistinguono i suoi lavori, senza però dimenticare la ricerca concettuale e la sperimentazione sui materiali poveri. Negli anni Ottanta, come scrive Tonino Sicoli nel testo “la Cosmogonia di Francomà” nel catalogo della personale dell’artista del 2002 a Catanzaro, Francomà vive il clima di “ritorno alla pittura” e fa suoi i principi della Transavanguardia, che predica la trasversalità poetica dell’arte, la rivalutazione del suo carattere affabulatorio e l’interesse per il genius loci. Dagli anni Ottanta ad oggi la ricerca intrapresa da Francomà segue diverse direzioni che lo condurranno da un periodo liberamente kitsch, ad una pittura dapprima gestuale per poi approdare ad una sintesi costruita sul rapporto tra forma e spazio. Questa sperimentazione porterà Francomà negli anni Ottanta e Novanta alla produzione per la Rai di diversi lungometraggi come "Territori di caccia : pitture e performances di Francomà" di Marcello W. Bruno, per RAI 3 nel 1985, RAI 1 nel 1986, RAI 3 nel 1986; "Sud chiama Nord" di E. Mazzetti ed E. Sparano, RAI 1 nel 1988 e"Dentro/Fuori" di Tonino Sicoli , RAI 3 nel 1983. Le opere di Francomà sono “fabule” di tempi lontani narrate e rappresentate con la vivacità e il dinamismo del presente. Personaggi mitologici, uomini e donne prendono forma sulla tela che diventa un nuovo palcoscenico pronto ad aprirsi davanti allo spettatore in continua ricerca di un mondo incantato e magico. Vanno in scena così le storie di luoghi fantastici, di nuove Madonne in trono che diventano protagoniste assolute di un mondo diverso, più attento al sorriso che l’artista raccoglie, elabora e ci restituisce attraverso i colori e le forme delle sue opere.

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Quelli di Francomà sono “Nudi fiabeschi” che hanno perso quella morbosa avidità del piacere per diventare protagonisti di un mondo incantato che inventa, crea e concepisce un universo epico e dai tratti rapsodico capace di frammentare la realtà e raccontarla con i sapori tenui della leggerezza e dell’intellighenzia di una pittura gestuale e nello stesso tempo primaria. Francomà, come scrive Tonino Sicoli, affronta l’opera di ricerca di una sintesi senza tradire però la sua vocazione descrittiva che si rafforza nella capacità di trasfigurare il pensiero, idealizzare la forma e sublimare il concetto – come scrive ancora Sicoli - dentro una poetica del racconto che ne fanno un moderno cantastorie navigato, ma che non smette - lui per primo - di incantarsi di fronte alle sue storie dipinte.Francomà è l’artista che si allontana da quel formalismo snob tipico di chi ha alle spalle una consolidata e riconoscibile produzione artistica, per indossare i panni del pittore di bottega, maestro e allievo nello stesso tempo. Maestro di una pittura compiuta, allegorica e irriverente e mai superficiale; allievo coraggioso nello sperimentare e portare avanti nuovi percorsi artistici. Così facendo i personaggi di Francomà si collocano al di fuori del tempo riuscendo sempre a preservare la loro modernità in un nuovo e affabulatorio “cantico delle creature” dal sapore attuale, popolato da energie animate che prendono forma grazie ad una pittura che l’artista elabora e tira fuori dal respiro stesso della sua creatività, e dalla voglia di comunicare. Le fabule dipinte da Francomà come le storie più ingegnose non terminano mai con il classico “e vissero tutti felici e contenti” , ma quella pittura che odora di fantasia aspetta sempre un nuovo domani.

Roberto Sottile

Critico d’Arte


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