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Kardietà il nuovo progetto artistico itinerante nelle piazze delle principali città italiane.


Kardietà una parola che non esiste creata per dar vita alla performance artistica di Massimiliano Ferragina curata dal critico d’arte Roberto Sottile. Entrambi calabresi, Ferragina vive e lavora come docente presso il Liceo Artistico di via Ripetta, Sottile impegnato con diversi appuntamenti artistici come curatore in Calabria, ma anche fuori regione, si sono ritrovati il 26 ottobre in Piazza del Popolo per dar vita come scrive lo stesso Roberto Sottile “ad una contaminAzione dove l'uomo osserva, si rivela a se stesso, agli altri e si ritrova. La piazza abbraccia, ignora e manifesta. Si interroga senza accusarsi, ma con l'unico scopo di capire per generare gesto e azione, per tornare al mondo attraverso il mondo. Il cuore degli uomini batte. Siamo vivi, anche se spesso ricoperti di indifferenza. Ecco allora svelato il senso di "Kardietà" questa nuova parola generata dalla volontà di verità, di quella "caritas" che supera l'io per arrivare al noi. Massimiliano Ferragina diventa strumento, involucro in cui riversare le nostre azioni per raccogliere quella ispirazione alla volontà di esistere.”

Un momento performativo importante che ha destato la curiosità di molti, che si sono avvicinati, hanno interagito durante l’esecuzione performativa con l’artista. Un progetto che come ci spiega ancora Roberto “inizia da Roma da piazza del Popolo ma non arresta la sua corsa. Inizia e finisce per continuare in altre mani, in altre piazze, in nuovi luoghi con altre azioni e gesti, condividendo sempre quella necessità di ritornare umani, di ritrovarsi, di riscoprirsi. Per queste ragioni – continua il curatore – a breve sarà disponibile un sito web dove artisti e curatori potranno trovare tutte le informazioni e le modalità per continuare con la loro poetica, con le loro azioni e il loro linguaggio Kardietà. Naturalmente con la supervisione scientifica mia e di Massimiliano Ferragina, ma lasciando la curatela e l’interazione performativa alla creatività progettuale degli artisti e dei curatori che vorranno cimentarsi in questa sfida che ci auguriamo possa contaminare tante piazze da nord a sud.”

Un progetto come scrive l’artista Massimiliano Ferragina nato con l’obiettivo di porre l’attenzione sulla “cultura della morte, imperante, indossando una pelle insanguinata. Ho voluto entrare in quella sottile membrana che ci separa dal dolore altrui. La pelle. La pelle dell'altro che geme. Alle 11.00- continua l’artista - mi sono chiuso in questa membrana insanguinata. La vedevo vera. Mesi, giorni, secondi di necessità. Ho chiuso i sensi al mondo. Sudavo. Respiravo lentamente e pesante. Non avevo improvvisamente paura, solo una crescente sequenza di sguardi pesanti nel cuore. Non ero più lì. Sentivo delle mani che mi afferravano con forza. Sentivo voci che non potevo corrispondere. Poi le viscere hanno urlato ciò che mi ha condotto in quella tomba trasparente: Vita! Sentivo il sudore tiepido ovunque. La seconda pelle bagnata dal mio stesso fiato. Morto e vivo. Tremavo. Ma forte urlavo: Amatevi! Sentivo presenze affettuose ma non potevo corrispondere, non ero lì. Troppo esile e allo stesso tempo insuperabile la barriera. Ad un certo punto il cuore ha rallentato, ho urlato: Perdonatemi! La pelle si è squarciata. Un abbraccio. Non ero solo. Piangevo. Ho di nuovo sperato che la menzogna della cultura della morte rimarrà tale in me. È innaturale. Ricordo che gli occhi, più leggeri, mi indicavano nuove vie. È passato un secolo. Erano le 11.35".

Un progetto nato dall’ esigenza dell’artista di comunicare, di interpretare questa volontà di ritrovarsi, di fermarsi, resa possibile dalla condivisione progettuale ed artistica con il curatore Roberto Sottile. Infatti come ci spiega lo stesso curatore “ tempo fa ho comunicato a Massimiliano che il 25 ottobre sarei stato tra i relatori della notte nazionale dei Licei Economico-Sociali a Roma presso il famoso Liceo Vittoria Colonna. Incontravo gli studenti discutendo con loro di valorizzazione del patrimonio artistico nel sud e delle ricadute sullo sviluppo del territorio. La mia presenza a Roma si sarebbe protratta fino al 26 ottobre e da qui la decisione di non consumare il tempo, ma di vivere tempo utile, attraverso il progetto performativo Kardietà. Che è andato in scena in piazza del Popolo. Questa è la forza dell’arte, della vita e del rispetto, fondamentale, in ogni progetto artistico tra curatore e artista.”


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